Gentili dottori, scrivo per mia mamma.
67 anni, ipertesa in terapia con Olpress 20 mg/die, Cardicor 3,75 mg/die, Cardioaspirin 1 cp/die.

Da circa un anno a questa parte, ha accusato occasionalmente palpitazioni con precedente riscontro ecg di tachicardia sopraventricolare. Ha avuto un episodio a Marzo 2021, il successivo 7 gg fa. In occasione di quest’ultimo episodio, siccome il battito al polso era particolarmente elevato e non ritmico, si è deciso di portarla al PS più vicino ove è stata sottoposta a Elettrocardiogramma con riscontro di Flutter atriale e cardioversione con amiodarone. Dimessa dopo circa 3ore dal PS, non ha avuto più sintomi a casa. Il cardiologo consulente del Pronto Soccorso l’ha dimessa con terapia Arixtra 2.5 1fl/die e appuntamento ambulatoriale per prescrizione di anticoagulante orale. Ha effettuato ieri Holter-ECG delle 24h di cui riporto le conclusioni “Ritmo di base sinusale costante. Normali valori di frequenza cardiaca media. Normale conduzione atrioventricolare.
Normale conduzione intra-ventricolare. Rarissima extrasistolia ventricolare monomorfa singola, non precoce. Assenza di pause superiori a 2,5 secondi. QTc medio normale”.

Mi chiedo e Vi chiedo: è corretto l’ indicazione di iniziare una terapia anticoagulante dopo riscontro di un singolo episodio di fibrillazione atriale?
Può essere stata la tachicardia sopraventricolare ad avere indotto la fibrillazione?
Ci sono ulteriori studi da eseguire per approfondire questa situazione e per prevenirne o trattare l’insorgenza?
Grazie