Una ipertrigliceridemia ( > 150mg ) puo’ essere espressione di una patologia di origine genetica , alimentare, o piu’ frequentemente mista. Questo succede ,per esempio, nel diabete con scarso controllo dietetico.
Valori molto alti ( > 400 mg ) sono pericolosi non solo per l’apparato cardiovascolare, ma anche per altri organi, come il fegato e il pancreas. Tuttavia sono spesso espressione di un pranzo ricco di grassi e di alcol effettuato poco prima dell’ esame.
Occorre quindi ripetere il test in un periodo di “pranzi normali “, controllando bene tutti i parametri metabolici ( colesterolo, glicemia, emoglobina glicata, uricemia ) .
Se si confermano elevati bisogna ridurre l’apporto alimentare dei grassi, dell’alcol e dei carboidrati, se possibile con l’aiuto di un dietologo.
Se non è sufficente si deve ricorrere ai farmaci ( Fibrati o statine ) e agli Omega 3 ( 2-3 gr/ die ).
Cordiali saluti
Dott. Flavio Tartagni, gia’ Direttore della Unita’ Operativa Complessa di Cardiologia, Ospedale Bufalini , Cesena