Molti anni fa di notte ebbi una tachicardia. Cominciai col sentire freddo, sempre più freddo, il cuore batteva velocissimo (credo però in modo regolare), le mani erano gelide intorpidite ed insensibili, e pian piano cominciai a diventare blu. Erano blu le unghie delle mani, le tempie e un po’ le guance e tutto intorno alla bocca. Questa situazione durò ore, direi 4 o 5 ore, poi passò. Ora mi domando di che tipo di tachicardia si trattava? Era pericolosa? Era organica o di natura psicologica?
Nell’ultima annata ho avuto altri due episodi di tachicardia. Il primo durò un paio d’ore, ma quando arrivai al pronto soccorso era passato. Per il secondo, avvenuto circa 6 mesi dopo il primo, stetti quasi due giorni al pronto soccorso; si trattava di tachcardia sopraventricolare, il cuore andava velocissimo e sentivo un gran caldocaldo. Dopo vari tentativi con farmaci usarono la cardioversione e passò; attualmente prendo farmaci per prevenire situazioni simili. Mi domando se questi vari episodi sono connessi tra loro e se possono essere dello stesso tipo dando luogo a sensazioni così diverse.
Dai dati che mi ha fornito direi che si tratta di una tachiaritmia sopraventricolare, verosimilmente da rientro elettrico.
Di forme ne esistono moltissime e solo l’elettrocardiogramma eseguito durante aritmia puo’ identificarla.
Queste aritmie,se il soggetto è giovane e non presenta altre cardiopatie,determinano solo disagio e sintomi da bassa pressione e perfusione, ma non sono pericolose per la vita , a meno che non si presentino in determinate circostanze ( durante guida o nuoto ecc. ).
Oggigiorno la eventuale terapia è quella ablativa, che consiste nel distruggere con la radiofrequenza le vie elettriche anomale o i foci cardiaci responsabili della artmia.
L’intervento dura al massimo qualche ora ed è seguito da completa guarigione.
Cordiali saluti
Dott. Flavio Tartagni, gia’ Direttore della Unita’ Complessa di Cardiologia di Cesena